Ministero del Lavoro - Ufficio di Statistica Nota flash 1 maggio 2013 (download .pdf)
Indicatori congiunturali sul mercato del lavoro ed economici nazionali ed internazionali
Abstract:
«Nell’ultimo trimestre del 2012 l’economia mondiale mostra modesti segnali di ripresa, pur se difformi tra le aree, sostenuta dal miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari. Le economie emergenti continuano a trainare la ripresa, registrando un’ulteriore espansione dopo la decelerazione del terzo trimestre: in particolare India e Brasile - rispettivamente da 2,7% e da 0,9% a 4,1% e 1,4% la variazione tendenziale del Pil - unitamente alla Cina che si mantiene su livelli di crescita robusti (da 7,4% a 7,9%).
La dinamica positiva dei paesi emergenti ha favorito la ripresa del commercio mondiale (da 0,1% a +0,9% per la componente relativa ai beni secondo i dati del CPB Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis).
Nei paesi avanzati i dati relativi al quarto trimestre mostrano valori di crescita prossimi allo zero (come in Giappone, dopo due trimestri consecutivi negativi) oppure in decelerazione (come nel Regno Unito e negli Stati Uniti). Tuttavia negli Usa il rallentamento del prodotto è riconducibile a fattori contingenti quali la forte riduzione della spesa pubblica - in particolare quella relativa alla difesa nazionale - e alla correzione delle scorte, mentre gli investimenti, i consumi e le esportazioni nette si sono, invece, rafforzati prospettando un’evoluzione positiva.
Risultano, inoltre, in miglioramento alcuni tra i principali indicatori del mercato del lavoro, in particolare è significativa la discesa del tasso di disoccupazione, che raggiunge il 7,8%, quasi un p.p. in meno del quarto trimestre del 2011.
Anche le stime dei principali indicatori macroeconomici relative al primo trimestre 2013 confermano le buone prospettive dell’economia statunitense. Di contro, nell’area dell’euro e nel complesso dei paesi dell’Unione europea, il contesto macroeconomico si mostra ancora persistentemente recessivo - con il prodotto in ulteriore contrazione sia a livello tendenziale che congiunturale (rispettivamente -0,9% e -0,6%) a causa, in particolare, della flessione della domanda interna e delle esportazioni. Nel dettaglio, presentano un andamento negativo sia i consumi privati (-0,4% su base congiunturale), - da cinque trimestri consecutivi - che gli investimenti fissi lordi (-1,1%), - da sette trimestri consecutivi - . Il rallentamento appare diffuso, pur permanendo consistenti differenze tra i paesi relativamente alla durata e all’intensità della crisi. In particolare resta ampio il divario tra la Germania e le altre economie nonostante la battuta d’arresto subita nell’ultimo trimestre dell’anno. In Italia il livello della pressione fiscale, unitamente alla persistenza della selettività creditizia si riflette nell’ulteriore calo del prodotto (-0,9% rispetto al -0,2% del terzo trimestre), riconducibile all’andamento sfavorevole della domanda interna, sia per la componente relativa alla spesa delle famiglie (-0,7%) che degli investimenti (-1,2%) - specialmente quelli in macchinari e in costruzioni - mentre le esportazioni fanno registrare una variazione positiva».
Indicatori congiunturali sul mercato del lavoro ed economici nazionali ed internazionali
Abstract:
«Nell’ultimo trimestre del 2012 l’economia mondiale mostra modesti segnali di ripresa, pur se difformi tra le aree, sostenuta dal miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari. Le economie emergenti continuano a trainare la ripresa, registrando un’ulteriore espansione dopo la decelerazione del terzo trimestre: in particolare India e Brasile - rispettivamente da 2,7% e da 0,9% a 4,1% e 1,4% la variazione tendenziale del Pil - unitamente alla Cina che si mantiene su livelli di crescita robusti (da 7,4% a 7,9%).
La dinamica positiva dei paesi emergenti ha favorito la ripresa del commercio mondiale (da 0,1% a +0,9% per la componente relativa ai beni secondo i dati del CPB Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis).
Nei paesi avanzati i dati relativi al quarto trimestre mostrano valori di crescita prossimi allo zero (come in Giappone, dopo due trimestri consecutivi negativi) oppure in decelerazione (come nel Regno Unito e negli Stati Uniti). Tuttavia negli Usa il rallentamento del prodotto è riconducibile a fattori contingenti quali la forte riduzione della spesa pubblica - in particolare quella relativa alla difesa nazionale - e alla correzione delle scorte, mentre gli investimenti, i consumi e le esportazioni nette si sono, invece, rafforzati prospettando un’evoluzione positiva.
Risultano, inoltre, in miglioramento alcuni tra i principali indicatori del mercato del lavoro, in particolare è significativa la discesa del tasso di disoccupazione, che raggiunge il 7,8%, quasi un p.p. in meno del quarto trimestre del 2011.
Anche le stime dei principali indicatori macroeconomici relative al primo trimestre 2013 confermano le buone prospettive dell’economia statunitense. Di contro, nell’area dell’euro e nel complesso dei paesi dell’Unione europea, il contesto macroeconomico si mostra ancora persistentemente recessivo - con il prodotto in ulteriore contrazione sia a livello tendenziale che congiunturale (rispettivamente -0,9% e -0,6%) a causa, in particolare, della flessione della domanda interna e delle esportazioni. Nel dettaglio, presentano un andamento negativo sia i consumi privati (-0,4% su base congiunturale), - da cinque trimestri consecutivi - che gli investimenti fissi lordi (-1,1%), - da sette trimestri consecutivi - . Il rallentamento appare diffuso, pur permanendo consistenti differenze tra i paesi relativamente alla durata e all’intensità della crisi. In particolare resta ampio il divario tra la Germania e le altre economie nonostante la battuta d’arresto subita nell’ultimo trimestre dell’anno. In Italia il livello della pressione fiscale, unitamente alla persistenza della selettività creditizia si riflette nell’ulteriore calo del prodotto (-0,9% rispetto al -0,2% del terzo trimestre), riconducibile all’andamento sfavorevole della domanda interna, sia per la componente relativa alla spesa delle famiglie (-0,7%) che degli investimenti (-1,2%) - specialmente quelli in macchinari e in costruzioni - mentre le esportazioni fanno registrare una variazione positiva».