Lo staff di iPMI.it segnala la pubblicazione del Focus BNL n. 18 del 20 maggio 2013 (download .pdf), il settimanale del Servizio Studi BNL, che fa il punto sulla congiuntura economica in Italia.
Abstract:
«Nel 2012, per la prima volta nella storia, il numero di turisti internazionali in arrivo a livello mondiale ha superato il miliardo. A dispetto di una congiuntura economica poco incoraggiante, l’Europa si conferma di gran lunga la principale destinazione (535 milioni di arrivi). Gli Stati Uniti si confermano il principale paese per ricavi da turismo internazionale (128,6 miliardi di dollari) mentre la classifica dei principali paesi in termini di spesa per turismo internazionale è guidata dalla Cina, che con 102 mld di $ ha superato Stati Uniti e Germania (84 mld di $).
In Italia nel corso del 2012 il numero di turisti stranieri in arrivo è risultato in aumento: hanno varcato la frontiera in entrata 76,7 milioni di viaggiatori. Il turismo negli ultimi anni ha però contribuito in modo negativo alla crescita del Pil. Anche la quota di mercato italiana della spesa turistica mondiale risulta in discesa: nel 1982 l’Italia raccoglieva il 7,9% delle entrate turistiche mondiali ed era il secondo paese al mondo per quota di mercato. Oggi la quota si è dimezzata e il nostro paese è sceso in quinta posizione, superato dal 2010 dalla Cina. La scarsa valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale rappresenta uno dei più importanti freni allo sviluppo del settore.
Editoriale: Laboratorio Roma, cultura ed economia
Nel buio della crisi si accendono le luci dei musei. Il riferimento non è solo all’iniziativa recente della notte bianca, quanto al peso assunto dal turismo culturale nei bilanci dell’economia romana per l’anno 2012. Quello del turismo culturale si è rivelato uno tra i pochi segnali positivi in un contesto provinciale il cui deterioramento ben si riassume in una disoccupazione giovanile salita al quaranta per cento.
Nel 2012 le spese dei viaggiatori stranieri giunti a Roma hanno superato i cinque miliardi di euro. Di questi, il sessanta per cento è riconducibile a motivazioni di turismo culturale. Parliamo di oltre tre miliardi di euro, che sono cresciuti del ventisei per cento rispetto ai minimi del 2009. Si tratta di cifre importanti. A Roma si concentra quasi un terzo dell’intero introito nazionale del comparto. Nella Città Eterna gli incassi dai visitatori stranieri per motivi culturali equivalgono a un terzo del valore dell’export provinciale di merci.
Tra i “big spender” del turismo straniero di matrice culturale nel 2012 su tutti a Roma svettano, nell’ordine, americani, inglesi ed australiani. Solo dopo vengono francesi e tedeschi. Gradualmente sale la spesa dei cinesi che passa dai quindici milioni del 2009 ai quarantadue milioni del 2012. Le graduatorie cambiano quando la spesa totale si ripartisce per singolo viaggiatore e per giornata trascorsa a visitare le meraviglie della Città Eterna. I conti possono essere fatti accedendo alle eccellenti basi statistiche territoriali che, sul fenomeno “turismo”, la Banca d’Italia mette a disposizione sul sito web di Via Nazionale. Così facendo si scopre che nel 2012 un turista culturale cinese ha speso a Roma 168 euro al giorno contro i 162 euro di un visitatore degli Stati Uniti, i 140 euro della media dei turisti culturali e i solo 122 euro di spesa media giornaliera di un turista tout court. Sopra i cinesi, tra i grandi paesi, troviamo ancora i 197 euro di spesa media giornaliera del turista culturale russo e i 224 euro dell’inossidabile visitatore giapponese.
Una recente analisi pubblicata dal Servizio Studi della BNL segnala che nel 2012, per la prima volta nella storia, il numero di turisti internazionali ha superato il miliardo di unità a livello mondiale. Il giro d’affari connesso all’industria globale del turismo si cifra in non meno di mille miliardi di euro. In questo contesto di crescita che le crisi non sembrano minacciare, l’Italia del turismo potrebbe fare molto di più, per difendere ed espandere un settore che pesa per il cinque per cento del PIL e dell’occupazione, indotti esclusi. Per crescere di più occorre guardare al turismo più come mercato che come settore. Partire dalla domanda, dalle nuove clientele internazionali e dalle loro preferenze. Disegnare un’offerta di qualità che sfrutti appieno le potenzialità della domanda di turismo culturale che il Mondo rivolge all’Italia e, in primis, indirizza a Roma. Si tratta, ad esempio, di valorizzare la voglia di Roma Antica espressa dai visitatori di paesi come la Cina e la Russia che oggi sono le nuove locomotive dell’economia mondiale e che nei secoli passati furono culle di potenti imperi e di grandi civiltà. Sono molte le opportunità da esplorare, anche affermando una piena complementarietà tra un’idea tradizionale di museo-contenitore di bellezze e di memoria storica e un concetto moderno di museo-catalizzatore di sviluppo economico.
Qualche settimana fa ha fatto scalpore apprendere che nel 2012 tutti i musei italiani messi assieme hanno incassato il venticinque per cento in meno del Louvre di Parigi da solo. Siamo piccoli, ma possiamo crescere. Partendo, ad esempio, dagli oltre cinque milioni di viaggiatori stranieri che nel 2012 hanno visitato il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino per un introito non troppo distante dai quaranta milioni di euro e in crescita del tre per cento sul 2011. Una luce, nella crisi».
In Italia nel corso del 2012 il numero di turisti stranieri in arrivo è risultato in aumento: hanno varcato la frontiera in entrata 76,7 milioni di viaggiatori. Il turismo negli ultimi anni ha però contribuito in modo negativo alla crescita del Pil. Anche la quota di mercato italiana della spesa turistica mondiale risulta in discesa: nel 1982 l’Italia raccoglieva il 7,9% delle entrate turistiche mondiali ed era il secondo paese al mondo per quota di mercato. Oggi la quota si è dimezzata e il nostro paese è sceso in quinta posizione, superato dal 2010 dalla Cina. La scarsa valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale rappresenta uno dei più importanti freni allo sviluppo del settore.
Editoriale: Laboratorio Roma, cultura ed economia
Nel buio della crisi si accendono le luci dei musei. Il riferimento non è solo all’iniziativa recente della notte bianca, quanto al peso assunto dal turismo culturale nei bilanci dell’economia romana per l’anno 2012. Quello del turismo culturale si è rivelato uno tra i pochi segnali positivi in un contesto provinciale il cui deterioramento ben si riassume in una disoccupazione giovanile salita al quaranta per cento.
Nel 2012 le spese dei viaggiatori stranieri giunti a Roma hanno superato i cinque miliardi di euro. Di questi, il sessanta per cento è riconducibile a motivazioni di turismo culturale. Parliamo di oltre tre miliardi di euro, che sono cresciuti del ventisei per cento rispetto ai minimi del 2009. Si tratta di cifre importanti. A Roma si concentra quasi un terzo dell’intero introito nazionale del comparto. Nella Città Eterna gli incassi dai visitatori stranieri per motivi culturali equivalgono a un terzo del valore dell’export provinciale di merci.
Tra i “big spender” del turismo straniero di matrice culturale nel 2012 su tutti a Roma svettano, nell’ordine, americani, inglesi ed australiani. Solo dopo vengono francesi e tedeschi. Gradualmente sale la spesa dei cinesi che passa dai quindici milioni del 2009 ai quarantadue milioni del 2012. Le graduatorie cambiano quando la spesa totale si ripartisce per singolo viaggiatore e per giornata trascorsa a visitare le meraviglie della Città Eterna. I conti possono essere fatti accedendo alle eccellenti basi statistiche territoriali che, sul fenomeno “turismo”, la Banca d’Italia mette a disposizione sul sito web di Via Nazionale. Così facendo si scopre che nel 2012 un turista culturale cinese ha speso a Roma 168 euro al giorno contro i 162 euro di un visitatore degli Stati Uniti, i 140 euro della media dei turisti culturali e i solo 122 euro di spesa media giornaliera di un turista tout court. Sopra i cinesi, tra i grandi paesi, troviamo ancora i 197 euro di spesa media giornaliera del turista culturale russo e i 224 euro dell’inossidabile visitatore giapponese.
Una recente analisi pubblicata dal Servizio Studi della BNL segnala che nel 2012, per la prima volta nella storia, il numero di turisti internazionali ha superato il miliardo di unità a livello mondiale. Il giro d’affari connesso all’industria globale del turismo si cifra in non meno di mille miliardi di euro. In questo contesto di crescita che le crisi non sembrano minacciare, l’Italia del turismo potrebbe fare molto di più, per difendere ed espandere un settore che pesa per il cinque per cento del PIL e dell’occupazione, indotti esclusi. Per crescere di più occorre guardare al turismo più come mercato che come settore. Partire dalla domanda, dalle nuove clientele internazionali e dalle loro preferenze. Disegnare un’offerta di qualità che sfrutti appieno le potenzialità della domanda di turismo culturale che il Mondo rivolge all’Italia e, in primis, indirizza a Roma. Si tratta, ad esempio, di valorizzare la voglia di Roma Antica espressa dai visitatori di paesi come la Cina e la Russia che oggi sono le nuove locomotive dell’economia mondiale e che nei secoli passati furono culle di potenti imperi e di grandi civiltà. Sono molte le opportunità da esplorare, anche affermando una piena complementarietà tra un’idea tradizionale di museo-contenitore di bellezze e di memoria storica e un concetto moderno di museo-catalizzatore di sviluppo economico.
Qualche settimana fa ha fatto scalpore apprendere che nel 2012 tutti i musei italiani messi assieme hanno incassato il venticinque per cento in meno del Louvre di Parigi da solo. Siamo piccoli, ma possiamo crescere. Partendo, ad esempio, dagli oltre cinque milioni di viaggiatori stranieri che nel 2012 hanno visitato il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino per un introito non troppo distante dai quaranta milioni di euro e in crescita del tre per cento sul 2011. Una luce, nella crisi».