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Report settimanale BNL 25 novembre 2013 Verso un’armonizzazione della definizione di crediti deteriorati: da NPL a NPE

Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione del Focus BNL n. 42 del 25 novembre 2013 (download .pdf), il settimanale del Servizio Studi BNL, che fa il punto sulla congiuntura economica in Italia, avente ad oggetto Verso un’armonizzazione della definizione di crediti deteriorati: da NPL a NPE
 
Abstract:
«Nella maggior parte dei paesi dell’area euro l’esperienza di una congiuntura economica così debole per un periodo così prolungato non poteva non riflettersi sulla qualità del credito. Nel 2012 sul totale dei prestiti nel portafoglio delle banche, quelli di difficile esigibilità risultavano in crescita in molte economie della Uem, soprattutto nel confronto con il livello di quattro anni prima. Il differenziale tra la quota del 2012 e quella del 2008 varia da -0,3 p.p. della Finlandia a +20,4 p.p. di Cipro. Nei paesi che hanno sperimentato cali consistenti dell’attività economica si sono registrati gli incrementi maggiori, con una quota di crediti deteriorati che a Cipro e in Grecia ha raggiunto rispettivamente il 25% e il 16% dei prestiti. In Portogallo l’analogo rapporto si è posizionato all’8,2% (+6,5 p.p. rispetto al 2008,) mentre in Spagna è al 6,5% (+4 p.p. rispetto al 2008).
L’eterogeneità della definizione di “crediti deteriorati” nei diversi paesi dell’area rende non significativo il confronto internazionale ma le disposizioni emanate lo scorso mese di ottobre dalla European Banking Authority (EBA) dovrebbero contribuire a ridurre l’ampio margine di discrezionalità che fino ad ora ha caratterizzato le voci comprese nell’aggregato. La precisazione delle attività da includere nelle non-performing exposures (NPE) consentirà di superare progressivamente le diverse definizioni nazionali di non-performing loans (NPLs). Ne dovrebbe beneficare la comparabilità dei dati e la conseguente attività di monitoraggio dei livelli di asset quality.
Ancora prima dell’introduzione della regole dell’EBA, la normativa italiana di classificazione dei crediti problematici risultava essere molto più severa rispetto a quella di tutti i paesi Uem. L’ampiezza della definizione di attività deteriorate combinandosi con gli effetti della crisi economica ha determinato un rapido innalzamento della consistenza dei finanziamenti non-performing. A giugno scorso l’ammontare dei crediti delle banche con anomalie di rimborso era pari al 15% dei prestiti con la prospettiva di una stabilizzazione di questa quota nel III trimestre».

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