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Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture Relazione annuale 2012 Il quadro di riferimento

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Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Relazione annuale 2012

CAPITOLO I - IL QUADRO DI RIFERIMENTO

1.1 Il contesto economico e di finanza pubblica
Nel 2012, in Italia è proseguita la caduta del prodotto che è diminuito del 2,4 per cento. Nella crisi economica più acuta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il nostro Paese ha visto ridursi il Pil del 6,9 per cento rispetto al 2007, mentre il reddito disponibile delle famiglie, nelle stesso periodo, si è contratto del 9,5 per cento. La produzione industriale è inferiore di un quarto al livello pre-crisi, mentre il valore aggiunto nel settore delle costruzioni si è ridotto di quasi il 22 per cento. La recessione quindi si è manifestata soprattutto come contrazione della spesa delle famiglie e delle imprese e il decumolo delle scorte, solo in parte controbilanciato dal contributo positivo delle esportazioni nette, legato sia all’andamento ancora favorevole delle vendite all’estero, sia alla flessione delle importazioni. Questa sfavorevole congiuntura si è riflessa in maniera negativa sulla dinamica del mercato del lavoro. Nella media del 2012 l’occupazione si è ancora ridotta dello 0,3 per cento rispetto all’anno precedente, mentre l’offerta di lavoro è cresciuta in maniera sostenuta. Ne è derivato un marcato aumento del tasso di disoccupazione, passato dall’8,4 per cento nel 2011 al 10,7 nel 2012. Tra i più giovani quest’ultimo ha raggiunto nel quarto trimestre del 2012 il 39 per cento, il livello più alto dal 1992. Il tasso di disoccupazione ha superato il 50 per cento tra le giovani donne del Mezzogiorno.
Nel 2012 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è diminuito per il terzo anno consecutivo, al 3 per cento del PIL (4,5 nel 2010; 3,8 nel 2011). L’avanzo primario è salito all’1,2 per cento del PIL al 2,5.
L’incidenza del debito delle amministrazioni pubbliche sul prodotto è passata dal 120,8 per cento del 2011 al 127 per cento del 2012. Circa un terzo dell’aumento del 2012 è dovuto alla quota a carico dell’Italia dei prestiti erogati dallo European Financial Stability Facility (EFSF) e dei versamenti al capitale dello European Stability Mechanism ESM).
L’incidenza sul prodotto delle entrate delle amministrazioni pubbliche è aumentata di 1,5 punti, al 48,1 per cento, superando il precedente massimo registrato nel 1997 (47,4 per cento); quella delle spese primarie è salita di 0,1 punti, al 45,6 per cento. Per il secondo anno consecutivo la spesa primaria corrente si è ridotta in termini nominali (-0,5 per cento; -0,1 nel 2011).
L’incidenza della spesa per interessi sul PIL è passata dal 5 per cento al 5,5, riflettendo ancora una certa pressione degli investitori sul mercato dei nostri titoli pubblici. Sulla scorta di questi risultati


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