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Osservatorio Prezzi e Mercati 2 luglio 2013

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L'INDIS - Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi di Unioncamere ha pubblicato il resoconto dell'OSSERVATORIO “PREZZI E MERCATI” del 2 luglio 2013 (download .pdf).

Abstract:
«Abstract
L’inflazione tariffaria: energetici e tariffe locali ancora sotto pressione
Pur descrivendo una parabola in flessione, nel corso della prima parte del 2013 l’inflazione tariffaria si è mantenuta sostenuta. Prendendo a riferimento l’indice armonizzato, che sintetizza l’andamento della spesa effettiva sostenuta dalle famiglie, al netto cioè della quota a carico della pubblica amministrazione, i prezzi amministrati sono complessivamente cresciuti di oltre il 3% nell’ultimo anno.

La decelerazione che si osserva da inizio anno (l’inflazione tariffaria era pari al 6.6% a dicembre 2012) è in buona misura da ricondurre alla brusca frenata delle tariffe energetiche, determinata dagli aggiornamenti trimestrali delle condizioni economiche di riferimento per i mercati regolati dell’energia elettrica e del gas naturale scattati il 1° gennaio ed il 1° aprile. Pesa nello specifico la revisione al ribasso dei corrispettivi al dettaglio del gas naturale (-3.3% tra marzo ed aprile, la prima dopo tre anni di adeguamenti verso l’alto), che hanno beneficiato dell’adozione della prima fase della riforma introdotta dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG). La principale novità nel nuovo sistema di calcolo della componente che remunera il costo di approvvigionamento della materia prima (il completamento della riforma è previsto per l’ultimo aggiornamento dell’anno ad ottobre 2013) riguarda l’incremento dell’incidenza attribuita alle quotazioni spot del gas naturale scambiato presso la piattaforma di sbilanciamento sul mercato interno e presso i principali hub europei, passata dal 5% al 20%, con conseguente riduzione del peso dei più onerosi contratti di importazione di lungo periodo (cosiddetti “take or pay”). Tale meccanismo di indicizzazione ha l’obiettivo di garantire un maggiore allineamento tra l’evoluzione dei prezzi a monte (che nell’ultimo periodo hanno ceduto oltre il 15%) e quelli al dettaglio, in modo tale che i corrispettivi praticati ai clienti finali riflettano più da vicino gli effettivi costi di approvvigionamento che in questa fase sono in forte calo.
L’analisi dell’aggregato tariffario per macro voce, tuttavia, restituisce un quadro in cui si evidenziano andamenti non solidali: si confermano oggetto di tensioni di una certa intensità i corrispettivi dei servizi pubblici locali, sui quali continuano a scaricarsi i tagli ai trasferimenti agli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) che l’amministrazione centrale ha disposto per fronteggiare le vicissitudini scaturite dalla crisi di solvibilità che si è abbattuta sui titoli del debito sovrano e dalla necessità di
anticipare entro la fine del 2013 il raggiungimento del pareggio di bilancio. Gli impulsi al rialzo tendono a concentrarsi sul settore dei trasporti (l’ultimo dato disponibile, relativo a maggio, stima gli aumenti nella misura del 5.3% tendenziale per il trasporto urbano e del 9% per i collegamenti extra urbani) e sui corrispettivi dell’acqua potabile (+6.7% tra maggio 2012 e maggio 2013) e dei rifiuti urbani (+4.7% nello stesso periodo).
In corrispondenza dell’apertura del 2013 sono state riviste le principali voci delle tariffe a controllo nazionale: come è tipico dell’avvio di ogni anno solare, infatti, alcune amministrazioni sono intervenute per definire i livelli tariffari in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2013.
Nello specifico, i ritocchi in aumento hanno colpito in misura più accentuata le tariffe postali (+10.1% in termini tendenziali): il costo della spedizione della corrispondenza di base entro i confini nazionali è passato da inizio anno da 60 a 70 centesimi di euro (+17%), mentre per un invio con servizio di raccomandata l’incremento è pari a 30 centesimi di euro (da 3,30 a 3,60 euro, +9%).
Un’altra voce oggetto di adeguamenti importati è quella relativa ai pedaggi autostradali (la variazione annua certificata dall’Istat con riferimento al mese di maggio ammonta al 4.1%): secondo quanto stabilito dal decreto emanato a dicembre 2012 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello dell’Economia e Finanze, l’adeguamento che ha interessato la rete autostradale nazionale è tale da assicurare l’effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna società concessionaria e garantire il mantenimento dell’infrastruttura in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti. Oggetto di aumenti particolarmente consistenti, infine, sono anche le tariffe telefoniche (+9.9% nell’ultimo anno), per effetto del tariffario 2013 adottato dall’operatore nazionale. Il nuovo contratto base in vigore dal 1° aprile prevede infatti il medesimo importo per le chiamate effettuate verso i numeri fissi e quelli mobili. Ad essere più colpite sono proprio le conversazioni tra telefoni fissi, che tipicamente vengono praticate da alcune specifiche fasce della popolazione: a fronte di una riduzione dello scatto alla risposta, passato da 7.94 a 5 centesimi di euro, si osserva un sostanziale adeguamento del costo al minuto, che sale da 1.9 a 5 centesimi di euro (+160%). Ipotizzando una telefonata di una durata pari a 5 minuti, l’effetto è il seguente: verso un cellulare si calcola una riduzione del 48%, verso un telefono fisso l’aggravio è superiore al 70%».

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