Ministero del Lavoro - Ufficio di Statistica Nota flash 2 agosto 2013 (download .pdf)
Indicatori congiunturali sul mercato del lavoro ed economici nazionali ed internazionali
Abstract:
«Nel primo trimestre del 2013 la crescita mondiale si mantiene modesta (+0,6%), in linea con l’andamento del trimestre precedente e ancora diversificata tra le aree. I paesi emergenti, pur se in rallentamento, continuano a fornire il contributo principale all’aumento del PIL mondiale, sostenuto anche dal consolidamento della ripresa statunitense. Tra i paesi emergenti, la crescita rallenta in India (3,0% il Pil tendenziale dal 4,1% del trimestre precedente) dopo l’andamento sostenuto dell’ultimo trimestre del 2012, a causa del decremento della domanda sia interna sia estera, e in Cina (7,7% dal 7,9% del trimestre precedente) per motivi riconducibili alla maggiore debolezza della dinamica degli investimenti. Anche i dati relativi al secondo trimestre 2013, recentemente diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, mostrano un rallentamento del Prodotto interno lordo cinese (+7,5% in termini tendenziali), supportato, però, dalla robustezza dei consumi privati. Nelle economie avanzate, al rafforzamento della crescita degli Stati Uniti e del Giappone - soprattutto grazie al contributo dei consumi privati – si contrappone l’ulteriore indebolimento della dinamica del prodotto nell’Unione europea che si accompagna al peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Nel complesso, lo scenario economico internazionale resta caratterizzato da un elevato grado d’incertezza, laddove i rischi per l’attività economica e l’interscambio rimangono orientati verso il basso; in particolare sull’area europea gravano ancora gli aggiustamenti di bilancio adottati nei settori pubblico e privato, unitamente a condizioni creditizie poco favorevoli, mentre negli Stati Uniti, nonostante i dati favorevoli sul Pil del secondo trimestre, pesa ancora l’incertezza della politica di bilancio.
Nell’area euro il Prodotto interno lordo ha fatto registrare nel primo trimestre del 2013 la sesta diminuzione consecutiva sul trimestre precedente (-0,3% rispetto a -0,6%) e la quinta in termini tendenziali (-1,1% rispetto a -0,1%). Alla persistente debolezza della domanda interna - dove i consumi privati ristagnano (la variazione è nulla) dopo cinque trimestri consecutivi in discesa, e gli investimenti proseguono la serie negativa (-1,9% è l’ultimo dato trimestrale) - si affianca il calo dell’export (-0,9%). Anche nei paesi meno “fragili” la crescita è risultata fiacca: in Germania la variazione del prodotto è nulla (rispetto al -0,7% del quarto trimestre 2012) e il valore tendenziale è risultato di segno negativo (-0,3%) per la prima volta dalla fine del 2009. Ciò è imputabile alla decrescita delle esportazioni, legate alla contrazione dei mercati mondiali, sebbene nel complesso, grazie anche alla solida condizione del mercato del lavoro, i consumi privati continuano a tenere. Questi risultano più deboli in Francia, che nel primo trimestre dell’anno entra in recessione (-0,2% il Pil rispetto ad una uguale contrazione nel trimestre precedente). Anche in Italia l’effetto dell’aggiustamento fiscale, unitamente alla persistenza della selettività creditizia, si riflette ancora in un altro calo del prodotto sia in termini congiunturali (-0,6% rispetto a -0,9%) che tendenziali (-2,4% rispetto a -1,7%). La domanda interna continua a contrarsi. La spesa delle famiglie diminuisce nuovamente, pur se meno intensamente nel confronto con i trimestri precedenti (-0,3%), così come gli investimenti (-3,3%); questi ultimi, in particolare nel settore delle costruzioni registrano la flessione più pronunciata dalla fine del 2008 (-3,9 % rispetto al quarto trimestre del 2012). Per la prima volta dalla primavera del 2009 scendono le esportazioni (-1,9 %), anche per effetto della riduzione della domanda dagli altri paesi dell’Unione europea. In Europa segnali di recupero provengono dagli indicatori del clima di fiducia. L’ultimo dato disponibile relativo al mese di giugno registra un aumento dell’ESI Economic sentiment indicator sia nell’area euro che nell’EU proseguendo nel trend positivo iniziato a maggio. L’aumento interessa l’Italia e in misura minore Spagna, Francia e Germania. Il clima di fiducia dei consumatori registra un ulteriore miglioramento grazie anche alla componente relativa alle aspettative sulla disoccupazione».
Indicatori congiunturali sul mercato del lavoro ed economici nazionali ed internazionali
Abstract:
«Nel primo trimestre del 2013 la crescita mondiale si mantiene modesta (+0,6%), in linea con l’andamento del trimestre precedente e ancora diversificata tra le aree. I paesi emergenti, pur se in rallentamento, continuano a fornire il contributo principale all’aumento del PIL mondiale, sostenuto anche dal consolidamento della ripresa statunitense. Tra i paesi emergenti, la crescita rallenta in India (3,0% il Pil tendenziale dal 4,1% del trimestre precedente) dopo l’andamento sostenuto dell’ultimo trimestre del 2012, a causa del decremento della domanda sia interna sia estera, e in Cina (7,7% dal 7,9% del trimestre precedente) per motivi riconducibili alla maggiore debolezza della dinamica degli investimenti. Anche i dati relativi al secondo trimestre 2013, recentemente diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, mostrano un rallentamento del Prodotto interno lordo cinese (+7,5% in termini tendenziali), supportato, però, dalla robustezza dei consumi privati. Nelle economie avanzate, al rafforzamento della crescita degli Stati Uniti e del Giappone - soprattutto grazie al contributo dei consumi privati – si contrappone l’ulteriore indebolimento della dinamica del prodotto nell’Unione europea che si accompagna al peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Nel complesso, lo scenario economico internazionale resta caratterizzato da un elevato grado d’incertezza, laddove i rischi per l’attività economica e l’interscambio rimangono orientati verso il basso; in particolare sull’area europea gravano ancora gli aggiustamenti di bilancio adottati nei settori pubblico e privato, unitamente a condizioni creditizie poco favorevoli, mentre negli Stati Uniti, nonostante i dati favorevoli sul Pil del secondo trimestre, pesa ancora l’incertezza della politica di bilancio.
Nell’area euro il Prodotto interno lordo ha fatto registrare nel primo trimestre del 2013 la sesta diminuzione consecutiva sul trimestre precedente (-0,3% rispetto a -0,6%) e la quinta in termini tendenziali (-1,1% rispetto a -0,1%). Alla persistente debolezza della domanda interna - dove i consumi privati ristagnano (la variazione è nulla) dopo cinque trimestri consecutivi in discesa, e gli investimenti proseguono la serie negativa (-1,9% è l’ultimo dato trimestrale) - si affianca il calo dell’export (-0,9%). Anche nei paesi meno “fragili” la crescita è risultata fiacca: in Germania la variazione del prodotto è nulla (rispetto al -0,7% del quarto trimestre 2012) e il valore tendenziale è risultato di segno negativo (-0,3%) per la prima volta dalla fine del 2009. Ciò è imputabile alla decrescita delle esportazioni, legate alla contrazione dei mercati mondiali, sebbene nel complesso, grazie anche alla solida condizione del mercato del lavoro, i consumi privati continuano a tenere. Questi risultano più deboli in Francia, che nel primo trimestre dell’anno entra in recessione (-0,2% il Pil rispetto ad una uguale contrazione nel trimestre precedente). Anche in Italia l’effetto dell’aggiustamento fiscale, unitamente alla persistenza della selettività creditizia, si riflette ancora in un altro calo del prodotto sia in termini congiunturali (-0,6% rispetto a -0,9%) che tendenziali (-2,4% rispetto a -1,7%). La domanda interna continua a contrarsi. La spesa delle famiglie diminuisce nuovamente, pur se meno intensamente nel confronto con i trimestri precedenti (-0,3%), così come gli investimenti (-3,3%); questi ultimi, in particolare nel settore delle costruzioni registrano la flessione più pronunciata dalla fine del 2008 (-3,9 % rispetto al quarto trimestre del 2012). Per la prima volta dalla primavera del 2009 scendono le esportazioni (-1,9 %), anche per effetto della riduzione della domanda dagli altri paesi dell’Unione europea. In Europa segnali di recupero provengono dagli indicatori del clima di fiducia. L’ultimo dato disponibile relativo al mese di giugno registra un aumento dell’ESI Economic sentiment indicator sia nell’area euro che nell’EU proseguendo nel trend positivo iniziato a maggio. L’aumento interessa l’Italia e in misura minore Spagna, Francia e Germania. Il clima di fiducia dei consumatori registra un ulteriore miglioramento grazie anche alla componente relativa alle aspettative sulla disoccupazione».