Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione del documento «I fabbisogni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi - Anno 2013» (download .pdf), elaborato da Unioncamere.
Abstract:
«Poco meno di 750mila nuovi contratti previsti nel 2013 a fronte circa 1 milione di lavoratori in uscita, con un saldo negativo di poco superiore alle 250mila unità, il 35% delle quali nel Mezzogiorno. Sono questi i risultati che emergono dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, che rileva le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi.
A soffrire gli effetti della crisi sono in modo particolare le imprese di piccole dimensioni, dove si concentra il 78% dei posti di lavoro perduti. A livello settoriale, profonda è la crisi occupazionale delle costruzioni. Tra i servizi, forte la perdita di lavoratori nel comparto turistico e del commercio al dettaglio, mentre nel manifatturiero essa si concentra soprattutto nel sistema moda, nell’industria del vetro e della ceramica e in quella del legno e mobile.
Due elementi positivi emergono comunque anche in questo scenario di debolezza quantitativa della domanda di lavoro: un maggiore grado di stabilità per coloro che saranno assunti - i contratti a tempo indeterminato passano dal 19,3% al 20,3% - e un loro apprezzabile innalzamento qualitativo, che si esprimerà attraverso una maggiore incidenza della domanda di figure professionalmente più qualificate e con alti livelli di istruzione».
Abstract:
«Poco meno di 750mila nuovi contratti previsti nel 2013 a fronte circa 1 milione di lavoratori in uscita, con un saldo negativo di poco superiore alle 250mila unità, il 35% delle quali nel Mezzogiorno. Sono questi i risultati che emergono dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, che rileva le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi.
A soffrire gli effetti della crisi sono in modo particolare le imprese di piccole dimensioni, dove si concentra il 78% dei posti di lavoro perduti. A livello settoriale, profonda è la crisi occupazionale delle costruzioni. Tra i servizi, forte la perdita di lavoratori nel comparto turistico e del commercio al dettaglio, mentre nel manifatturiero essa si concentra soprattutto nel sistema moda, nell’industria del vetro e della ceramica e in quella del legno e mobile.
Due elementi positivi emergono comunque anche in questo scenario di debolezza quantitativa della domanda di lavoro: un maggiore grado di stabilità per coloro che saranno assunti - i contratti a tempo indeterminato passano dal 19,3% al 20,3% - e un loro apprezzabile innalzamento qualitativo, che si esprimerà attraverso una maggiore incidenza della domanda di figure professionalmente più qualificate e con alti livelli di istruzione».