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Report settimanale BNL 28 gennaio 2014 Prestiti e rimborsi tra BCE e banche europee

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Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione del Focus BNL n. 03 del 28 gennaio 2014 (download .pdf), il settimanale del Servizio Studi BNL, che fa il punto sulla congiuntura economica in Italia, avente ad oggetto Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee con operazioni Ltro
 
Abstract:
«Tra le misure straordinarie adottate dalla Bce durante la crisi  finanziaria, le due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) di dicembre 2011 e marzo 2012 sono quelle ad aver avuto maggiori effetti sulla liquidità. Il sistema bancario europeo ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850 mld di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine.  A partire da inizio  2013 la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%, in Spagna (38%), Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.  Alcuni studi hanno stimato come dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle misure messe in campo dalla Bce durante la crisi abbia fornito, principalmente attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012- 2013, evitando una riduzione dei finanziamenti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
La Bce e gli interventi a sostegno della liquidità  
L’avvio della prima crisi finanziaria e le tensioni sui debiti sovrani hanno richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie per garantire al sistema bancario liquidità sufficiente per il finanziamento dell’economia.  Nell’ultimo biennio i maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) entrambe con scadenza a tre anni. Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è divenuta particolarmente abbondante. Il sistema ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine. A partire da inizio 2013 molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni e la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Tra dicembre 2012 e novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, in calo di oltre 450 mld di euro. La distribuzione geografica delle banche che a fine 2013 hanno restituito anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%; in Spagna (38%), Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.  Secondo alcuni studi l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia reale. Una recente analisi  evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie. Alcuni studi hanno stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle misure messe in campo dalla Bce abbia fornito, principalmente attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013, evitando una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
La politica monetaria in condizioni neutrali di liquidità
I meccanismi di funzionamento della politica monetaria prima della crisi finanziaria del 2008 erano fondati sulla determinazione da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle Banche centrali nazionali) di un’offerta complessiva di liquidità determinata dal fabbisogno aggregato di liquidità del settore bancario. Il fabbisogno di liquidità era determinato dalla necessità delle banche di assolvere all’obbligo di riserva presso la Banca centrale e dai cosiddetti fattori autonomi, quali ad esempio il fabbisogno di circolante da parte del pubblico e quello derivante dalle movimentazioni dei conti delle Pubbliche amministrazioni. Grazie alle previsioni che le banche centrali nazionali (Bcn) elaborano quotidianamente su tali fattori, la Bce può commisurare l’entità del finanziamento all’effettivo fabbisogno del sistema.  
L’aggregato di riferimento era relativo al fabbisogno complessivo di liquidità del mercato e non a quello relativo alle singole banche. L’importo fissato veniva poi aggiudicato settimanalmente mediante le c.d. “operazioni di rifinanziamento principale”,  ossia mediante un’asta a tasso variabile con un tasso minimo di offerta determinato dal Consiglio direttivo della Bce. Attraverso questo meccanismo la Bce è stata in grado di manovrare i tassi del mercato monetario a breve termine grazie a una redistribuzione dei fondi tra le banche con liquidità in eccesso verso quelle con carenza di liquidità. La possibilità di accedere facillmente al credito privato non incentivava le banche a mantenere riserve in eccesso dal momento che il tasso di remunerazione risultava inferiore a quello di mercato. Questo meccanismo consentiva, a livello di sistema, di mantenere la liquidità in eccesso su livelli molto contenuti».

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