Quantcast
Channel: Area economica
Viewing all articles
Browse latest Browse all 847

Le media imprese industriali italiane 2002 - 2011

$
0
0
Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione del documento «Le media imprese industriali italiane (2002 - 2011)» (download .pdf) dell'ottobre 2013.
Il documento è stato elaborato da Mediobanca e Unioncamere.
Abstract:
«3. Specializzazione produttiva e contenuto tecnologico
L’attività prevalente delle medie imprese riguarda i settori tipici del made in Italy che nel 2011 rappresentano il 60,5% del fatturato (63,9% nel 2002), il 60% (61,6%) del valore aggiunto, il 65% (70,4%) delle esportazioni e il 62,4% (64,4%) dei dipendenti. Il settore piu` rilevante è la meccanica che nel 2011 ha assorbito il 33,4% delle vendite (31,1% nel 2002), con incidenze ancora superiori per valore aggiunto (40,8% dal 36,6% del 2002) ed esportazioni (44,1% dal 39,7%). Il secondo comparto per rappresentatività è l’alimentare, anch’esso in crescita rispetto ai livelli del 2002, che ha realizzato il 19,4% delle vendite nel 2011 (17,5% nel 2002), pur connotandosi per una minore proiezione sui mercati esteri (10,6% delle esportazioni). Seguono il chimico e farmaceutico che con un giro d’affari relativamente ridotto, pari al 13,2% del totale, prevale sull’alimentare sia per valore aggiunto (13,6%) che per esportazioni (12,5%). I tre settori ora menzionati, unitamente al metallurgico (7% delle vendite) e a quello della carta e stampa (5%), formano un insieme di cinque comparti produttivi che vale il 78% del fatturato di tutte le medie imprese e, soprattutto, si distingue per avere conseguito tra 2002 e 2011 una crescita della propria rappresentatività in termini commerciali (fatturato ed export), di generazione di ricchezza (valore aggiunto) e dimensione organizzativa (dipendenti e totale attivo). I restanti settori mostrano segni, piu` o meno accentuati, di ritardo o regresso. La quasi totalità di essi rientra nell’ampio coacervo delle produzioni relative ai beni per la persona e la casa che, nel loro insieme, hanno subito un forte arretramento nel periodo: le vendite sono cadute dal 28,2% del 2002 al 19,5% del 2011, le sole esportazioni dal 32,6% al 20,8%; i dipendenti dal 29,9% al 23,3%.
La ricomposizione della struttura ponderale settoriale tra il 2002 ed il 2011 consegue a variazioni ampiamente differenziate nel periodo delle grandezze economico patrimoniali di riferimento. Si conferma l’andamento dicotomico dei settori riconducibili ai beni per la persona e la casa che segnano dal 2002 progressioni ampiamente al di sotto di quelle dell’universo delle medie imprese. Il fatturato è aumentato del 15,2% (42,8% la media), il valore aggiunto dell’11,1% (29,6%), le esportazioni del 20,7% (63%). L’assortimento settoriale delle medie imprese differisce da quello delle imprese manifatturiere di maggiori dimensioni. All’interno di queste ultime è opportuno distinguere i ‘‘gruppi maggiori’’ da quelli ‘‘medio-grandi’’, tenuto conto che questi ultimi presentano caratteri di relativa omogeneita` con le medie imprese concorrendo, assieme ad esse, a formare l’insieme del c.d. ‘‘Quarto capitalismo’’. Le medie imprese e i gruppi medio-grandi sono accomunati da una specializzazione produttiva parzialmente similare. Vi è per entrambi una significativa presenza dell’alimentare (19,4% e 14,4% rispettivamente in termini di fatturato), del coacervo delle produzioni relative ai beni per la persona e la casa (19,5% e 18,9%) e del chimico e farmaceutico (13,2% e 15,9%), tutte attivita` la cui incidenza è marginale nei gruppi maggiori (nell’ordine: 5,8%, 5% e 7,9%). La meccanica è l’attività più importante delle medie e medio-grandi imprese (33,4% e 25,2%), ma senza raggiungere il peso preponderante dei gruppi maggiori (64,6%) ove prevale la meccanica pesante legata alla produzione dei mezzi di trasporto (auto, cantieristica, treni ed aerospazio) rispetto alla meccanica fine e strumentale che interessa maggiormente il ‘‘Quarto capitalismo’’. Le attività del made in Italy hanno un peso regolarmente crescente passando dai gruppi maggiori (22,6% delle vendite) a quelli medio-grandi (48,1%) e alle medie imprese (60,5%). Tornando alla macroripartizione del territorio italiano, le medie imprese localizzate nelle regioni del Nord Ovest hanno contribuito nel 2011 al 41,9% del fatturato di tutte le medie imprese, al 44,3% del loro valore aggiunto, al 45,3% delle esportazioni e occupato il 41,3% del totale dei dipendenti. Appena inferiore l’apporto del Nord Est, con incidenze oscillanti tra il 37% e il 38% a seconda del parametro considerato. Si conferma quindi residuale l’apporto dell’area meridionale e insulare del Paese, che non arriva al 9% in termini di vendite e si ferma al 6% con riferimento alle esportazioni, meno di quanto contribuiscono le tre regioni del Centro NEC la cui quota supera il 10% in tutti i parametri esaminati. Anche l’orientamento produttivo delle macroaree appare significativamente differente, soprattutto nel Sud Italia. Riferendosi al valore aggiunto, nel Nord Ovest il 44,1% del totaleè espresso dal settore meccanico, appena al di sopra del Nord Est ove raggiunge il 41%, con un distacco importante sul Sud e Isole ove la meccanica vale il 32,3%. E` l’alimentare a marcare l’altra significativa differenza, toccando il 23,4% del valore aggiunto nel Centro Sud contro il 15,8% del Nord Est ed il 9,6% del Nord Ovest. Il Centro NEC condivide con il Mezzogiorno il minor peso della meccanica. Quest’ultima si segnala per l’importante concentrazione di attività riconducibili ai beni per la persona e la casa (32,5% in termini di valore aggiunto).
La presenza delle medie imprese nei settori convenzionalmente definiti high tech in base alla tassonomia dell’OCSE, che utilizza l’intensita` delle spese di ricerca, è limitata. La fascia che comprende l’Alta e la Medio-alta tecnologia nelle medie imprese si fissa al 30,8% del fatturato (39,9% in termini di export e 37,3% in termini di valore aggiunto), incidenza che sale progressivamente passando ai gruppi medio-grandi (38,2% del fatturato) e ai gruppi maggiori (69,7%). La lettura di questi dati sconta il modello attraverso cui le medie imprese realizzano l’innovazione: essa viene acquisita dall’esterno in quanto incorporata nei cespiti tecnici oppure realizzata internamente sulla scorta dell’interazione con il cliente o il fornitore senza che vi sia necessariamente una funzione di R&S ad essa dedicata».

Viewing all articles
Browse latest Browse all 847

Trending Articles