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Industrie Culturali e Creative, lo sforzo (giusto) di comprenderne le potenzialità della pubblicazione Io sono cultura

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"Io sono cultura", la pubblicazione realizzata da Fondazione Symbola e Unioncamere, giunge alla sua quinta edizione con il rapporto 2017, presentato il 28 giugno 2017 e redatto in collaborazione con la Regione Marche ed il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Oltre alla premessa, il documentato è strutturato su quattro macro-argomenti così suddivisi: Industrie culturali e creative nel mondo; Sistema produttivo Culturale e Creativo in numeri; Geografie; Cultura come driver di sviluppo territoriale. Il tentativo è quello di razionalizzare l'analisi di un settore - quello delle Industrie Culturali e Creative (ICC) - particolarmente vasto ed eterogeneo che aggrega al suo interno capacità e conoscenze trasversali; dall'elaborazione dei contenuti alle soluzioni tecniche adottate, dal marketing al genius loci.

L'attenzione rivolta alle ICC è giustificata, in parte, dal ritardo che l'Italia sta accumulando rispetto ai competitors mondiali; basti pensare che la Cina, pur avendo accettato la Convenzione UNESCO nel recente 12 dicembre 1985, si piazza al secondo posto nella lista dei patrimoni dell'umanità, aggiornata nel luglio 2017, con 52 siti (la prima è, nonostante tutto, l'Italia con 53 siti, ma per quanto ancora?).

D'altra parte, però, il Bel Paese può vantare un soft power - così come definito dall'economista statunitense Joseph Nye - capare di rendere le industrie culturali e creative un motore di crescita impressionante. A maggior ragione se si considera l'inarrestabile declino del settore secondario nostrano, le "industrie CC" hanno le qualità per proporsi come comparto di riferimento per tutta l'economia italiana, ad oggi fortemente connotata dal terziario avanzato.
I servizi, infatti, sono etimologicamente "a servizio" dei settori primario e secondario e quindi destinati, dato il declino di questi ultimi, a perdere committenza, fino al potenziale paradossodi "servire" solo se stessi.
In altre parole, il cinema è per sua natura una produzione (notare "casa di produzione cinematografica") che richiede moltissime tipologie di servizi.
La parte più difficile? Reperire la materia prima: la cultura.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 24/08/2017 - Serie di articoli dedicata alle Industrie Culturali e Creative (ICC)

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